Le supernovae rappresentano la fase finale di vita di una stella massiva.
Quando una stella esaurisce le sue riserve di combustibile nucleare, la sua gravità la fa collassare su se stessa, dando origine a un'enorme esplosione. Durante questo evento, l'energia sprigionata è così intensa da superare la luminosità di un'intera galassia.
Ad innescare l'espolosione è la produzione di ferro. Le reazioni nucleari si bloccano: la fusione del ferro, infatti, non produce energia ma l'assorbe. La stella quindi collassa a causa della gravità su se stessa (non ci sono più le reazioni nucleari a contrastare la gravità) e la temperatura sale enormemente fino a che la pressione va al di là del limite ed avviene l'esplosione.
Durante l'esplosione si creano elementi fondamentali come zolfo, cloro, argon, potassio, calcio, scandio, titanio, vanadio, cromo, manganese, ferro, cobalto e nichel. Questi elementi vengono quindi sparsi nello spazio circostante, arricchendo le nubi di gas e polveri.
Successivamente, queste nubi iniziano a collassare sotto l'effetto della gravità, dando origine a nuove stelle, galassie e pianeti. Noi stessi siamo costituiti da atomi emessi a seguito di esplosioni di stelle. Detta in maniera romantica, siamo "figli delle stelle".
Ogni volta che osserviamo il cielo notturno, dovremmo ricordarci che siamo collegati al cosmo: siamo parte di un'enorme sinfonia cosmica in cui le supernovae sono le note che compongono la melodia della vita.
In foto la nebulosa Granchio, resto di supernova visibile nella costellazione del Toro ripresa dal telescopio Hubble
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